Accade spesso che la banca ad un certo punto invita l’imprenditore a “prendere in considerazione” la possibilità, giusto per fargli un favore, di sottoscrivere un finanziamento sotto forma di mutuo al fine di abbattere e ridurre drasticamente il fido sul conto corrente, spesso conveniente dal punto di vista dei tassi, molto più bassi quelli sul mutuo rispetto a quelli praticati sulla linea di fido, che oltretutto, come sappiamo, possono e vengono unilateralmente aumentati a discrezione della banca.Non è mai o quasi mai conveniente questo “baratto” e oltretutto non è legale, come ci ricorda la Corte di Appello di Torino con sentenza del 15 giugno 2015.
Dal punto di vista della giurisprudenza invece, vediamo cosa afferma la sentenza richiamata: se il contratto di mutuo è stato acceso per il motivo sopra descritto, e cioè per ripianare il saldo debitore del conto corrente, e dalle rilevazioni peritali sul conto corrente si evince che il saldo debitore “ è figlio” di clausole nulle o addebiti illegittimi, tali vizi si ripercuotono anche sul contratto di mutuo finalizzato ad appianare un passivo di conto corrente in realtà apparente e non determinato, rendendo di fatto NULLO anche il mutuo, nullo per mancanza di causa concreta.
E la stessa cosa vale anche per le fidejussioni rilasciate a garanzia del contratto di mutuo!
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